Come da tradizione la penultima domenica dell’anno liturgico la comunità di Vallo della Lucania si riunisce intorno al suo Santo Patrono nella ricorrenza della Traslazione del sangue di San Pantaleone. Una festa molto sentita dal popolo di Vallo.
Le celebrazioni
Nei giorni scorsi il triduo di preparazione alla festa, ieri tre le solenni celebrazioni in Cattedrale. Alle ore 8.00, presieduta da Don Aniello Adinolfi, alle 10.30, con Don Bruno Lancuba, e alle 17.30 il Pontificale del Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania Mons. Vincenzo Calvosa. A seguire il concerto d’organo e violino organizzato dalla Proloco Gelbison.
La parole di Don Aniello Adinolfi
La traslazione del sangue è un fatto storico, in quanto risale circa al 1700, come spiegato ai nostri microfoni da Don Aniello Adinolfi, parroco della Cattedrale.
La storia
“Questa festa è conosciuta dai vallesi come la Festa del Sangue di San Pantaleo, e ricorda appunto la traslazione della reliquia avvenuta nel 1741, – ha spiegato Don Aniello.
L’ampolla con il sangue di San Pantaleone è custodita e venerata da secoli nella Cattedrale nel Duomo di Ravello.
Il sangue si liquefa ogni anno per la Festa del 27 luglio, e in occasione della liquefazione nei secoli passati venivano prelevate gocce di sangue da inviare come reliquie nelle diverse chiese nel mondo dove San Pantaleone era onorato, e una goccia di sangue è arrivata anche qui a Vallo, nel 1741.
Fu donata originariamente ad una signora napoletana che poi convinta da un sacerdote cilentano che era a Napoli, Don Andrea De Cusatis, la donò all’Università di Vallo che l’accolse l’8 dicembre del 1741 nella chiesa di San Nicola allo Spio e poi da lì processionalmente fu portata in questa chiesa di San Pantaleone che era stata eretta da poco.
Proprio in quegli anni, la nuova chiesa di San Pantaleone era stata completata e quindi la reliquia del sangue di San Pantaleone, sangue sempre liquido qui a Vallo, ravvivvò ancora di più il culto in onore di San Pantaleone che già era fervido come attestano le visite pastorali di quel tempo, poi nominato patrono della Diocesi di Capaccio – Vallo.
Ecco la solennità della traslazione del sangue di San Pantaleone è stata sempre celebrata in questa Cattedrale in date diverse, poi dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II è stata fissata la penultima domenica dell’anno liturgico, la domenica precedente la Solennità di Cristo Re”.
Il tema della festa di quest’anno
“Una festa a cui il popolo di Vallo partecipa compatto manifestando così la sua devozione per San Pantaleone” ha detto detto il parroco.”
Quest’anno ho voluto dare alla festa un tema preso della Dilexi te la prima esortazione apostolica di Papa Leone XIV sull’amore per i poveri (ieri a Roma si è celebrata la Giornata Mondiale dei Poveri).
Nella Dilexi te Papa Leone ha parlato, appunto, dell’amore per i poveri così come si è manifestato nel corso della storia delle chiesa e una delle caratteristica dell’amore cristiano è proprio la cura dei malati e dei sofferenti.
San Pantaleone, medico, ha dato una testimonianza sublime di questo amore per i sofferenti mettendosi a loro disposizione, curandoli gratuitamente e proprio per questo suo servizio d’amore denunciato all’Imperatore e condannato a morte perché cristiano, e quindi il suo martirio è stata una conseguenza del suo servizio di carità ai poveri e ai sofferenti.
San Pantaleone è un esempio sublime di servizio di carità verso i fratelli e il suo sangue, liquido, vivo, ci ricorda appunto che l’amore esige il dono della vita, l’amore sia autentico quando la vita viene donata, viene anche sacrificata se necessario per un bene più grande, per l’amore che come ci ha detto Gesù deve contraddistinguere tutti i suoi discepoli”.