Addio alla Signora della Canzone: Ornella Vanoni si spegne a 91 anni

Scritto il 22/11/2025
da Redazione Infocilento

La prima volta nel Cilento negli anni ‘80. Fu protagonista anche ad Acciaroli e Paestum

La musica italiana perde una delle sue voci più iconiche, sofisticate e inconfondibili. Ornella Vanoni si è spenta ieri sera, 21 novembre, nella sua casa di Milano all’età di 91 anni.

A stroncarla è stato un arresto cardiocircolatorio che l’ha colpita poco prima delle 23:00. I soccorritori, giunti tempestivamente sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

Con lei se ne va non solo un’interprete straordinaria, ma un pezzo fondamentale della storia del costume e della cultura del nostro Paese, una donna capace di attraversare oltre sessant’anni di carriera mantenendo intatta la sua ironia e la sua impareggiabile eleganza.

Il ritratto di un’icona milanese

Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni è stata molto più di una semplice cantante. Ha rappresentato l’incarnazione della “milanesità” colta e borghese, pur dimostrandosi capace di scendere nelle strade e raccontare gli ultimi con le sue celebri “Canzoni della mala”.

Interprete dalla timbrica unica, calda e nasale, ha saputo unire con maestria la tradizione popolare italiana alle sonorità jazz e alla bossa nova brasiliana, diventando musa ispiratrice di poeti e cantautori.

Una donna libera che ha vissuto la sua vita e la sua arte senza compromessi, trasformandosi negli ultimi anni anche in un personaggio televisivo amato dai giovanissimi per la sua irresistibile e disarmante schiettezza.

Dalle tavole del teatro ai vertici delle classifiche

La sua straordinaria avventura artistica non inizia con la musica, bensì con il teatro. Nel 1953 si iscrive all’Accademia di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, dove avviene l’incontro fatale con Giorgio Strehler. È proprio il regista a “inventarla” come cantante, cucendole addosso il repertorio delle “Canzoni della mala”, brani come Senza fine e Ma mi costruiti per sembrare antichi canti della malavita milanese ma scritti in realtà da autori contemporanei. Il successo discografico esplode prepotente negli anni ’60, complice l’incontro con Gino Paoli che porta alla nascita di capolavori immortali come Senza fine e Che cosa c’è.

Nel 1970 incide L’appuntamento, cover di un brano brasiliano di Roberto Carlos, che diventa la sua firma indelebile nel mondo. La sua insaziabile curiosità la spinge a collaborare con i giganti del Brasile, come Vinícius de Moraes e Toquinho, portando quelle sonorità esotiche in cima alle classifiche italiane. Negli anni non si ferma mai, partecipando a otto Festival di Sanremo, vincendo due Premi Tenco e collaborando con tutti i grandi, da Fabrizio De André a Lucio Dalla, fino ai recenti duetti con Colapesce e Dimartino che hanno dimostrato la sua eterna contemporaneità.

Amori intensi e un cuore fragile

La vita sentimentale di Ornella Vanoni è stata intensa e vibrante quanto la sua arte. Il primo grande amore fu proprio Giorgio Strehler, una relazione considerata scandalosa per l’epoca ma fondamentale per la sua formazione, ricordata sempre con affetto nonostante le difficoltà.

Successivamente arrivò la passione travolgente e tormentata con Gino Paoli, un legame fatto di creatività e sentimento che ha regalato alla musica italiana alcune delle sue pagine più belle. Nel 1960 sposò l’impresario teatrale Lucio Ardenzi, un matrimonio breve da cui nacque il suo unico figlio, Cristiano, con il quale ha avuto un rapporto complesso ma profondo.

Dietro l’immagine pubblica di donna forte e volitiva, Ornella ha combattuto a lungo e coraggiosamente con la depressione, un “male oscuro” di cui ha parlato apertamente, contribuendo in modo significativo a sdoganare il tema della salute mentale nel mondo dello spettacolo.

Il legame speciale con il Cilento

Ornella Vanoni ha sempre nutrito un rapporto privilegiato con il pubblico del Sud; nel Cilento ha regalato esibizioni rimaste scolpite nella memoria collettiva. Indimenticabile fu la notte del 16 agosto 2011 al Teatro dei Templi di Paestum. In quella cornice mozzafiato, nell’ambito del tour “Contatto”, l’artista scherzò con la sua proverbiale ironia sul traffico estivo, creando subito un’empatia unica con gli spettatori mentre la grandiosità dei templi illuminati faceva da sfondo a un repertorio che spaziava dai classici brasiliani ai successi di una vita.

Ancora più suggestivo e intimo fu l’abbraccio con Acciaroli il 27 aprile 2019. Quella sera, la “Signora della canzone” si esibì direttamente sul Porto Turistico, perla del comune di Pollica tanto amata da Hemingway. Cantando letteralmente a due passi dal mare, avvolta dalla brezza e dall’umidità di fine aprile, la Vanoni trasformò la banchina affollata in un salotto confidenziale.

Nonostante l’età, offrì una performance impeccabile, alternando brani struggenti a monologhi divertenti sulla sua vita, regalando al Cilento una delle ultime grandi occasioni per applaudirla in un contesto così ravvicinato e magico. La prima volta nel Cilento, però, era stata ad Agropoli, negli anni’80, ospite del night Il Covo dei Pirati.

Un’artista libera e anticonformista

La sua carriera è stata costellata di scelte coraggiose e curiosità che ne hanno definito il carattere anticonformista.

Nel 1977, sfidando i tabù e la sua stessa immagine di cantante “impegnata”, posò nuda per l’edizione italiana di Playboy, rivendicando una libertà espressiva che fece scalpore. Fu legata da una profonda amicizia con Hugo Pratt, il creatore di Corto Maltese, e imparò a convivere con l’etichetta di “cantante della mala” con divertita sopportazione.

Negli ultimi anni, si è reinventata come vera e propria star dei social media, diventando virale per i suoi video spontanei e le battute fulminanti sul suo cagnolino Ondina, dimostrando un’autoironia rara per le dive della sua generazione.

La camera ardente sarà allestita presumibilmente a Milano per permettere l’ultimo saluto della sua città. Il mondo della cultura, dalle istituzioni ai colleghi come Fabio Fazio, sta inondando in queste ore il web di messaggi di cordoglio, consapevoli che Ornella Vanoni lascia un vuoto incolmabile, ma anche un’eredità musicale che è, come cantava lei stessa, “senza fine”.