Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli, annullando di fatto il divieto imposto dall’Anas alla realizzazione di una nuova area di sosta. Al centro della controversia legale vi è il progetto per il parcheggio in via Dante Alighieri, un’opera situata nei pressi della stazione ferroviaria. L’Ente comunale, difeso dall’avvocato Luca Leoni, si è opposto all’Avvocatura Distrettuale dello Stato e ai legali di Anas, Monica Cervone e Stefania Bianco, ottenendo una sentenza favorevole che sblocca l’iter per l’infrastruttura.
Il ricorso e le motivazioni del conflitto
La vicenda nasce dalla necessità del Comune di ottenere l’autorizzazione per costruire un parcheggio in un’area sottostante il viadotto della Statale 18. L’istanza aveva ricevuto un parere negativo da parte di Anas con una nota del 12 settembre 2025. L’Azienda strade aveva motivato il diniego citando ragioni di sicurezza statica e gestione del rischio, evidenziando la presenza della fascia di rispetto stradale sul lotto destinato alla sosta.
Il Comune di Agropoli, che aveva già organizzato anche la cerimonia di posa della prima pietra, ha contestato tale decisione, ritenendo le motivazioni dell’Anas irragionevoli e non proporzionate. Secondo l’amministrazione locale, le criticità sollevate avrebbero potuto essere superate non attraverso un divieto assoluto, ma mediante l’imposizione di specifiche prescrizioni tecniche, ipotesi già prospettata in sede istruttoria. Il ricorso puntava, in via principale, all’accertamento del silenzio assenso e, in subordine, all’annullamento del parere negativo.
I principi di ragionevolezza e proporzionalità
I giudici del Tar hanno accolto le censure del Comune, sottolineando come la posizione assunta da Anas non risulti coerente con i principi di ragionevolezza e proporzionalità che devono sempre guidare l’azione amministrativa. La sentenza evidenzia un obbligo preciso per le amministrazioni: scegliere, tra le varie soluzioni possibili, quella meno restrittiva e più idonea a bilanciare l’interesse pubblico con quello del richiedente.
Nel caso specifico, il Collegio ha stabilito che le esigenze di sicurezza richiamate da Anas “avrebbero potuto essere affrontate mediante l’adozione di pannelli protettivi, barriere o altri accorgimenti tecnici”, proprio come proposto dal Comune.
La sostenibilità delle aree di sosta sotto le infrastrutture
La decisione del Tribunale assume un valore rilevante anche in termini generali. Secondo i giudici, accettare l’impostazione dell’Anas avrebbe significato sostenere l’impossibilità di realizzare parcheggi o aree di sosta al di sotto di infrastrutture stradali. Tale conclusione è stata giudicata non sostenibile e in netto contrasto con prassi ormai diffuse.
Inoltre, la sentenza rimarca la finalità pubblica dell’opera, dotata di evidente utilità generale vista la sua collocazione strategica in prossimità della stazione ferroviaria. Infine, il Tribunale ha osservato che Anas non ha indicato in modo chiaro quali fossero le specifiche misure di sicurezza ritenute necessarie, limitandosi a un diniego che è stato ora annullato.