Capaccio Paestum, la mozione di sfiducia non passa ma la maggioranza è in frantumi: Paolino apre la crisi

Scritto il 03/12/2025
da Alessandra Pazzanese

Alta tensione in Consiglio Comunale a Capaccio Paestum: la sfiducia al sindaco Paolino ottiene 8 voti favorevoli ma non passa grazie alle astensioni

È stata una seduta fiume, iniziata alle 18:00 in punto e proseguita tra tensioni palpabili e accuse reciproche. Il Consiglio Comunale di Capaccio Paestum ha vissuto una delle sue pagine più complesse: sul tavolo la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, Gaetano Paolino. Alla fine, i numeri hanno salvato l’amministrazione, ma il dato politico che emerge è quello di una maggioranza profondamente lacerata. La mozione, infatti, non è stata approvata nonostante gli 8 voti favorevoli, a fronte di 4 contrari e ben 5 astenuti, determinanti per l’esito finale.

Le accuse della maggioranza dissidente

Il dibattito si è acceso fin dalle prime battute, evidenziando la frattura tra il sindaco e il gruppo di consiglieri che ne ha sostenuto l’elezione nel segno della continuità amministrativa.

Ad aprire le danze è stato il Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Quaglia, che non ha usato mezzi termini: “Ci siamo visti negli ultimi tre giorni con il Sindaco a cui abbiamo chiesto l’azzeramento della giunta e un confronto pieno con la maggioranza. Non abbiamo avuto risposte in merito”.

Ancora più duro l’intervento del consigliere Gianmarco Scairati, che ha puntato il dito contro il metodo di governo: “Abbiamo appreso quello che succedeva nel nostro Comune dai social network, è inammissibile. C’è stata una mancanza di chiarezza e di presenza costante del vicesindaco. Non attacchiamo le persone, ma un metodo opaco, accentratore e non condiviso”. Scairati ha parlato di “fiducia tradita”, sottolineando come l’attuale azione amministrativa si sia discostata dai valori presentati agli elettori.

Il nodo della continuità e la giunta tecnica

Al centro dello scontro c’è la gestione del post-elezioni e il rapporto con l’eredità dell’amministrazione Alfieri. Antonio Agresti ha ricordato con amarezza il cambio di atteggiamento del sindaco: “Sui palchi ci ha chiamati eroi e abbiamo vinto perché l’elettorato ci ha dato fiducia venendo da un’amministrazione apprezzata. Qualche giorno dopo il sindaco cambiò atteggiamento. Sette consiglieri su dieci vivono questo malessere”. Agresti ha respinto con forza l’etichetta di persone attaccate alla poltrona, rivendicando l’approvazione del piano di riequilibrio di dicembre come atto di responsabilità.

Sulla stessa linea Antonio Mastrandrea, che ha definito l’operato del sindaco una “caccia alle streghe” verso chi aveva supportato la squadra precedente: “Non abbiamo mai condiviso la scelta di una giunta esterna che non conosce le dinamiche di questo territorio complesso. Lo abbiamo accettato ma non condiviso”. Anche Eustachio Voza ha sottolineato la mancanza di metodo come causa principale della sottoscrizione della mozione.

La posizione dell’opposizione e lo scontro Quaglia-Caramante

Dagli scranni della minoranza sono giunte posizioni diverse che hanno influito sull’esito del voto. Simona Corradino ha votato a favore della sfiducia definendo “imbarazzante” la situazione debitoria e politica dell’Ente. Giovanni Mucciolo, pur astenendosi, ha criticato le tempistiche, preoccupato per le ripercussioni sulla stagione turistica e sui balneari.

Decisivo l’intervento di Carmine Caramante, candidato sindaco avversario e oggi tra i primi difensori di Paolino, che ha annunciato l’astensione definendo “irricevibile” la richiesta di azzeramento della giunta senza motivazioni su errori specifici. Caramante ha poi sferrato un duro attacco istituzionale al Presidente del Consiglio: “Presidente dovresti essere super partes, invece hai votato una mozione di sfiducia. Sei un presidente che fa politica, auspico che tu metta a disposizione la tua carica perché non sei più garante”. Accusa rispedita al mittente da Quaglia, che ha rivendicato il suo diritto di espressione.

La replica del sindaco Paolino e l’esito del voto

Nel suo intervento conclusivo, il sindaco Paolino ha rivelato di essere a conoscenza di un passaggio dal notaio dei consiglieri dissidenti prima del Consiglio, un tentativo di far decadere l’amministrazione che ha definito “un gesto rilevante”. Tuttavia, il primo cittadino ha scelto la via del dialogo, pur mantenendo il punto: “Non accetto intimidazioni. La giunta non si può azzerare in una nottata, ma valuteremo i criteri”.

Paolino ha difeso il lavoro svolto con la Commissione e la giunta tecnica, ma ha riconosciuto la necessità di una verifica politica: “Aprirò una crisi di governo e un tavolo di concertazione con tutte le forze, sperando che i consiglieri che hanno votato la mozione possano essere recuperati”.

Il voto finale ha sancito la non approvazione della sfiducia. Hanno votato a favore Quaglia, Ciliberti, Mastrandrea, Giuliano, Agresti, Scairati, Voza e Corradino. Contrari Paolino, Sabatella, Volpe e Renna. Fondamentali le astensioni di Delli Priscoli, De Riso, Ruggiero, Caramante e Mucciolo. L’amministrazione Paolino resta in sella, ma la navigazione si preannuncia burrascosa.