È il giorno del dolore a Cava de’ Tirreni. Un dolore che investe l’intera provincia di Salerno e che porta il nome di Anna Tagliaferri, ultima vittima di femminicidio. La 40enne uccisa uccisa a coltellate dal fidanzato Diego Di Domenico, suicidatosi a sua volta, gettandosi dall’ultimo piano di un palazzo in via Ragone.
Un silenzio assordante per l’addio alla giovane Anna
Ghirlande, fiori bianchi, dolore e lacrime. Un silenzio assordante ha accompagnato l’arrivo del feretro, questa mattina, presso il Duomo della città Metelliana. Tantissimi i cittadini che hanno preso parte alla cerimonia funebre officiata dal vescovo monsignore Orazio Soricelli. Una comunità visibilmente commossa si è unito al dolore della famiglia e degli amici della donna.
Proclamato lutto cittadino
Il sindaco Vincenzo Servalli ha proclamato il lutto cittadino fino alle 14, con bandiere a mezz’asta e la sospensione di attività ludiche e ricreative. E mentre la città si riunisce per dire addio ad Anna, emergono particolari dalla autopsia, effettuata sabato all’obitorio dell’ospedale di Nocera Inferiore, sul corpo della donna. Sette le coltellate ricevute, di cui una mortale alla aorta. Anna Tagliaferri è morta dissanguata e avrebbe provato a difendersi dalla furia di Diego Di Domenico. L’uomo, invece, è morto sul colpo, dopo essersi lanciato dall’ultimo piano del palazzo di via Ragone con la testa in giù.
Proseguono le indagini
Si attendono ora i risultati tossicologici per accertare se in quel momento Diego fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti. A chiudere il cerchio anche la testimonianza della madre della vittima, presente al momento della aggressione e che nel drammatico tentativo di difendere Anna ha subito, anche lei, diverse coltellate, fortunatamente non mortali. Dopo esser stata operata ha iniziato a raccontare quanto accaduto quel pomeriggio. Le indagini proseguono.
Comunità sotto choc
E nell’abbraccio silenzioso di un’intera comunità, oggi, l’ultimo saluto ad Anna Tagliaferri si è trasformato in un momento di profondo dolore e riflessione. Il funerale ha segnato non solo l’addio a una donna strappata alla vita, ma anche la presa di coscienza di una ferita che chiede memoria, rispetto e responsabilità, affinché tragedie come questa non si ripetano.