Verità e giustizia. Sono le parole ripetute centinaia di volte nel corso di questi lunghi 15 anni e che oggi, 16 settembre, vengono pronunciate con ancora più vigore. Prende il via l’udienza preliminare nel processo sull’omicidio di Angelo Vassallo. Il “sindaco pescatore” di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010.
Gli imputati
Per l’omicidio sono imputati il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Una giornata importante che, in un certo senso, apre le porte a quel percorso di giustizia da sempre richiesto da cittadini e famiglia. In prima linea i fratelli di Angelo, Dario e Massimo, a capo della Fondazione che porta il nome del sindaco Pescatore.
Le dichiarazioni di Dario Vassallo
Dario Vassallo lo ha ribadito pochi minuti prima dell’udienza: “Si tratta di un processo nazionale. Indagati uomini dello Stato, è un passaggio triste. Dobbiamo essere duri e con nessuna pietà per chi ha sbagliato”. Durissimo anche il commento sulla politica nazionale e locale: “Chi è andato contro la Fondazione è andato contro la legalità”. “Da questo processo, che sarà lungo, vedrete cosa uscirà sul territorio. Noi non cerchiamo vendetta, ma verità. E il sistema Cilento, che noi abbiamo denunciato nel 2018, è solo un accenno”, ha aggiunto Dario Vassallo.
“Finalmente si apre il libro della verità”
“Finalmente si apre il libro della verità che è stato tenuto chiuso anche a causa dei tanti depistaggi -ha detto l’avvocato Antonio Ingroia, legale della famiglia Vassallo ai tanti giornalisti presenti davanti alla cittadella giudiziaria-va dato atto alla procura della Repubblica di Salerno di aver riaperto questo libro e dimostrato che avevano ragione i fratelli Vassallo da quando ribadivano che c’era qualcosa di marcio, ma questo processo dimostra che si può fare pulizia, noi chiediamo verità e giustizia”.