Dolci di Natale del Cilento: un viaggio nel cuore della tradizione e dei sapori autentici

Scritto il 25/12/2025
da Angela Bonora

La tradizione dei dolci di Natale cilentani: struffoli, castagnole e scauratielli, tra ricette tramandate e antiche leggende popolari

Il Cilento, territorio caratterizzato da paesaggi suggestivi e una storia millenaria, custodisce durante il periodo natalizio un patrimonio gastronomico di eccezionale valore. Nel Cilento, le festività non rappresentano solo un momento di celebrazione religiosa, ma si trasformano in un rituale domestico che coinvolge intere generazioni. Dai più anziani ai bambini, la preparazione dei dolci tipici diventa un impegno corale, finalizzato alla creazione di doni destinati a consolidare i legami tra parenti e vicini di casa.

Struffoli: l’icona del Natale tra varianti e decorazioni

Gli struffoli rappresentano uno dei pilastri della pasticceria natalizia del Sud Italia, ma nel Cilento assumono sfumature peculiari che variano di borgo in borgo. Si tratta di piccole sfere di pasta fritte, realizzate con un impasto a base di farina, uova, burro, zucchero e scorza di limone, successivamente avvolte nel miele.

La versatilità di questa ricetta permette numerose interpretazioni locali: alcuni artigiani del gusto scelgono di arricchire l’impasto con spumante o limoncello, mentre le dimensioni possono variare tra chi predilige la croccantezza tipica della tradizione partenopea e chi opta per una consistenza più grande e morbida. Anche la decorazione gioca un ruolo fondamentale: oltre ai classici “diavoletti” colorati, è frequente l’aggiunta di mandorle o nocciole per conferire una nota tostata al dolce.

Struffoli

Castagnole e Pastorelle: le mille identità di un dolce ripieno

Un’altra eccellenza del periodo è rappresentata dalle castagnole, conosciute con una pluralità di nomi che riflettono la frammentazione e la ricchezza culturale dei borghi cilentani. A seconda della zona, questi dolci vengono identificati come cazuncielli, mbuttitelle, pasticelle, lucerne o pastorelle.

L’etimologia popolare spiega spesso la forma e la sostanza del prodotto: le “mbuttitelle” richiamano il concetto di ripieno, mentre le “lucerne” devono il nome alla caratteristica forma a stella. L’impasto, composto da farina, uova, zucchero e burro (o sugna), racchiude un cuore di cioccolato e castagne. Sebbene la frittura rimanga la tecnica di cottura prevalente, esiste una variante al forno rifinita con il naspro (una glassa di zucchero) e decorata con piccoli zuccherini colorati.

Castagnelle

Scauratielli: la complessità di una preparazione antica

Tra le preparazioni più impegnative e cariche di fascino spiccano gli scauratielli. Simili alle castagnole per ingredienti ma con una consistenza più densa e dimensioni maggiori, questi dolci richiedono un notevole sforzo fisico e precisione tecnica. La ricetta prevede l’utilizzo di acqua aromatizzata con rosmarino e bucce di agrumi, farina, vino bianco e olio.

Il momento critico della preparazione avviene quando la farina viene versata interamente nell’acqua bollente aromatizzata: l’impasto deve essere lavorato con energia finché non ha assorbito tutto il liquido e, successivamente, deve essere battuto con il mattarello prima di formare le zeppoline. Una suggestiva credenza popolare circonda questa produzione: “quando le massaie preparano gli scauratielli, per garantirne la riuscita, non debba esserci nessuno in cucina”. Tale usanza riflette probabilmente la necessità di una concentrazione assoluta per evitare distrazioni in una fase così delicata. Una volta fritti, gli scauratielli vengono serviti immediatamente, guarniti con miele e rosmarino fresco.

Scauratielli

Un’eredità gastronomica fondata sulla semplicità

I dolci di Natale cilentani sono il risultato di secoli di evoluzione e si basano su ingredienti semplici e genuini, come l’olio, le uova e la farina. Ogni assaggio rappresenta un omaggio alla sapienza delle nonne che hanno tramandato queste ricette di generazione in generazione, preservando l’autenticità di un passato che continua a vivere sulle tavole imbandite. Questi sapori, legati indissolubilmente al territorio, trasformano il Natale in un vero e proprio viaggio sensoriale nel cuore della tradizione locale.