Conoscere e riscoprire la vita dell’artista José Ortega attraverso i disegni dei bambini del SAI, Sistema Accoglienza e Integrazione, di Torre Orsaia. Il progetto portato avanti dai bambini accolti nella splendida comunità di Bosco ha permesso di realizzare la brochure “Ortega agli occhi dei bambini”, presentata ieri pomeriggio proprio nel Museo Ortega in vista delle festività Natalizie.
L’iniziativa
“L’ennesima iniziativa attraverso la quale noi realizziamo la vera finalità del progetto SAI: l’integrazione – ha affermato il Sindaco di Torre Orsaia Pietro Vicino – Accogliamo le persone meno fortunate e lo facciamo perché è nostro dovere farlo, perché è importante dare un segnale di accoglienza nelle nostre piccole comunità. Con questo progetto, presentato nel bellissimo Museo Ortega, i bambini hanno dato sfogo a tutta lo loto creatività e noi contiamo di replicarlo”.
L’obiettivo del progetto SAI
Un progetto quello del SAI, che da alcuni anni vede protagonista anche il comune di San Giovanni a Piro, in particolare la comunità di Bosco dove diverse famiglie di rifugiati sono state accolte. “Ringrazio molto la cooperativa La Rada che gestisce questo nucleo di accoglienza che lega Torre Orsaia e San Giovanni a Piro – ha dichiarato il Sindaco di San Giovanni a Piro Ferdinando Palazzo – Il Museo Ortega è certamente un luogo d’inclusione, dove è presente il messaggio rivoluzionario di Ortega; e oggi è stato scelto come luogo di accoglienza per questi ragazzi.
I disegni di Ortega sono stati d’ispirazione per questi giovani che, attraverso il loro operato e la brochure che hanno hanno realizzato, li hanno resi ancora più vivi”. Un lavoro straordinario che ha coinvolto a pieno tutte le operatrici del SAI ma anche le insegnanti dei bambini e la comunità di Bosco, come sottolineato dalla Coordinatrice SAI di Torre Orsaia Alessandra Ruocco.
“Questo è il secondo evento Natalizio organizzato dal SAI di Torre Orsaia – ha poi aggiunto la Coordinatrice Ruocco – Abbiamo realizzato una brochure, che abbiamo donato al Museo Ortega, e che abbiamo realizzato grazie ad un laboratorio attraverso il quale riusciamo, con semplicità, ad entrare in contatto con le persone del territorio e con i bambini. In maniera naturale e semplice i lavoratori permettono una vera e propria integrazione”.

