Il Tribunale di Vallo della Lucania ha pronunciato la sentenza di primo grado per la vicenda relativa a presunti episodi di usura. Le attività investigative erano partite più di un anno fa ed erano culminate con una attività dei carabinieri della compagnia di Sapri che avevano raggiunto e perquisito sei diverse abitazioni presenti nel Comuni di San Giovanni a Piro e in quello di Santa Marina.
Esiti diversi per gli imputati: prescrizioni e assoluzioni
Per un uomo di San Giovanni a Piro, il Tribunale ha dichiarato il non luogo a procedere per tutti i reati contestati a causa dell’intervenuta prescrizione, previa esclusione delle aggravanti relative all’usura. Stessa sorte per un indagato residente nell’hinterland napoletano, in relazione a uno dei capi d’imputazione. Per altri cinque capi d’imputazione, quest’ultimo ha ricevuto l’assoluzione con formula piena.
Condanna a un anno e cinque mesi di reclusione
La posizione di V.R., anch’egli originario di San Giovanni a Piro, è stata invece diversa. Il Tribunale lo ha riconosciuto colpevole del reato di usura relativamente a due capi d’imputazione. A lui sono state riconosciute le attenuanti generiche, ritenute prevalenti rispetto all’aggravante contestata, e i reati sono stati unificati in continuazione. La condanna è stata di un anno e cinque mesi di reclusione, con la pena sospesa condizionalmente.
L’origine dell’inchiesta: la denuncia di un ristoratore
L’inchiesta che ha portato al processo era scaturita dalla denuncia presentata da un ristoratore locale, il quale sosteneva di essere stato vittima di prestiti a tassi usurari. Le indagini successive avevano coinvolto complessivamente cinque persone, tutte titolari di attività economiche e residenti tra le località di San Giovanni a Piro e Santa Marina.